Meno 200
Mancano 200 (sicuro?) giorni all'Olimpiade di Tokyo, probabilmente destinata a riscrivere il ruolo del basket all'interno della storia dei Giochi Olimpici
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È difficile sottostimare l’importanza dei Giochi Olimpici nella storia della pallacanestro mondiale. Sin dalla sua prima edizione, a Berlino 1936, il basket si è distinto come una delle discipline più riconoscibili, amate e ricordate di ogni edizione delle Olimpiadi. Il rapporto tra basket e Olimpiade è salito a un livello ancora più alto 29 anni fa, a Barcellona 1992, quando la nascita e l’affermazione del Dream Team ha contribuito a riscrivere l’immagine di entrambe le parti a livello Mondiale.
Nei piani di FIBA e CIO, l’Olimpiade di Tokyo 2020 era destinata a diventare un’altra pietra miliare di questo rapporto indissolubile. In Giappone il basket era pronto a diventare il primo sport di squadra ad assegnare più di due medaglie d’oro (una maschile e una femminile) nel corso di un’edizione dell’Olimpiade, con l’introduzione del torneo di 3 contro 3. Un progetto su cui FIBA ha puntato (e continua a puntare) moltissimo negli ultimi anni, e che con la vetrina olimpica potrebbe spiccare il volo e diventare protagonista dello sport mondiale nel decennio che ci attende.
Il COVID-19 ha, per la prima volta nella storia dopo le due guerre mondiali, portato al rinvio dei Giochi Olimpici e, per il basket, anche di questo momento storico. L’inizio dell’Olimpiade di Tokyo è previsto tra 200 giorni esatti da oggi, pandemia permettendo. La struttura dei quattro tornei, e la storicità dell’ingresso del 3c3, è confermata. È il resto, quasi nella sua interezza, ad essere cambiato.
Lo slittamento della partenza della stagione NBA è sicuramente il tema principale: se il fatto che l’eventuale Gara 7 di Finale è calendarizzata per il giorno prima della cerimonia inaugurale di Tokyo 2020 porta a immaginare come difficile la presenza dei giocatori impegnati nelle NBA Finals 2021, il posizionamento dei quattro tornei Preolimpici tra gli ultimi giorni di giugno e i primi di luglio fa pensare all’assenza di tutti coloro che giocheranno le finali di conference (e forse anche le semifinali, nonostante queste dovrebbero terminare prima).
È difficile prevedere il futuro, ma se i prossimi Playoff NBA dovessero avere le stesse semifinaliste (per Conference) del 2020, a Victoria non vedremmo Giannis Antetokounmpo, Tristan Thompson e Jamal Murray; a Spalato non ci sarebbero Dennis Schröder e Daniel Theis e forse Bojan Bogdanovic; a Kaunas non avremmo Goran Dragic e sarebbe al limite la presenza di Luka Doncic o Domantas Sabonis; a Belgrado, infine, sarebbe difficile vedere Nikola Jokic. E attenzione: i nomi che ho fatto prescindono da eventuali infortuni o da altre dinamiche che possono emergere nei prossimi (almeno) 160 giorni.
Nel calendario che vorrei, posizionerei i tornei preolimpici in un’estate diversa dalla stessa Olimpiade (come, per altro, la FIBA fa per il torneo femminile e come altri sport di squadra fanno già). È una proposta che non ha alcuna chance di essere accolta, dato che la riforma del calendario FIBA ha reso il Mondiale la prima porta d’accesso per l’Olimpiade, e di conseguenza il torneo Preolimpico può solo essere disputato a stagione in corso (senza giocatori NBA al 100%, quindi infattibile) o dove è posizionato adesso.
Stante la situazione attuale, forse dovremmo ridimensionare il valore dell’Olimpiade per la pallacanestro. Un valore che, se andiamo a vedere la storia, è spesso stato più simbolico che -ad eccezione dei podi- segno di “potere” tecnico delle nazioni classificatesi in alto nel ranking. Un torneo che dal 1976 (e almeno fino al 2028) comprende 12 squadre con una rigorosa distribuzione continentale “alleggerita” soltanto dall’istituzione dei tornei Preolimpici (ricreati per Pechino 2008), dove è sostanzialmente più difficile arrivare a partecipare che giocarsi una medaglia una volta dentro, specialmente se non sei dal lato degli USA nel tabellone a eliminazione diretta.
Il torneo maschile di Tokyo, quindi, potrebbe essere il più “povero” per pedigree dei nomi dei giocatori partecipanti dalla rivoluzione di Barcellona 1992. Questo potrebbe aumentare l’imprevedibilità (gli USA cercano il quarto oro consecutivo, qualcosa che non riesce loro dal 1968) della competizione, e potrebbe anche essere l’inizio di una nuova era cestistica anche quanto a punti di riferimento, data anche la sempre crescente internazionalizzazione della NBA. Considerando anche il debutto del 3c3 viene quindi una domanda: tra 10 anni guarderemo a Tokyo come l’inizio di una nuova era o come una parentesi?
Game of the Week: Bayern vs Barcellona
Parto con una considerazione con cui magari in pochi saranno d’accordo: credo si tratti della partita della consacrazione del valore del Bayern, piuttosto che di una crisi (terzo ko consecutivo in Eurolega) del Barcellona. Priva di due giocatori fondamentali come Davies e soprattutto Mirotic, la squadra di Jasikevicius ha fondamentalmente pagato 5’ di onnipotenza nel terzo quarto da parte di quella di Trinchieri.
Se il break decisivo è, di fatto, maturato tra il 25’ e il 30’, è nei 5’ precedenti che i tedeschi hanno costruito le premesse per quel break di 13-1 che ha indirizzato la partita: le tre triple segnate da Zipser (2) e Weiler-Babb arrivano al termine di tre tiri costruiti per essere presi tra il 10° e il 14° secondo dell’azione, tutti assistiti (due in uscita dai blocchi, uno su scarico), dopo un primo tempo in cui la tendenza è stata quella di avere tiri presi nella parte finale di un’azione (per entrambe le squadre). Quei tre canestri hanno, secondo me, generato un momentum che è stato poi la chiave della fuga bavarese.
Tutti, in questi giorni, hanno parlato della prova (eccezionale) di Wade Baldwin IV o -riferendosi alla stagione del Bayern- di Jalen Reynolds, ma ho l’impressione che le possibilità del Bayern dipendano dalle capacità di Nick Weiler-Babb e Paul Zipser (+31.7 di NetRtg in stagione) di mantenere questo rendimento. Parlando del Barcellona, tenderei a non essere allarmato o preoccupato: l’impressione che ho avuto è stata quella di una squadra che sta cercando di assimilare i dettami (soprattutto offensivi, visto che difensivamente era già di alto livello lo scorso anno e ha aggiunto un giocatore di valore dietro come Calathes) del nuovo allenatore. Qualcosa di interessante -anche per l’assenza di Mirotic- la si è vista, soprattutto nel primo quarto, ma credo che sarà intorno ai playoff che si vedrà il vero Barça.
Game of the Week: Treviso vs Venezia
Un derby veneto divertente e deciso in volata che -quasi sicuramente- priva Treviso del sogno Final Eight e regala a Venezia la possibilità di determinare il proprio destino per difendere il titolo vinto 11 mesi fa a Pesaro: battendo Reggio Emilia nel weekend, la Reyer sarebbe certa della qualificazione alla Coppa Italia, viceversa dovrà attendere anche l’esito delle difficili sfide che attendono Trento, Cremona e Pesaro.
L’impressione è che per la Reyer si stia rivivendo il copione della passata stagione: un inizio difficile (un anno fa frutto, probabilmente, di alcuni nuovi meccanismi da oliare dopo la vittoria dello scudetto; quest’anno, indubbiamente, a causa del COVID-19) riscattato con un lento riemergere partito a gennaio. Quest’anno il copione ha due elementi diversi: la classifica sembra decisamente meno “compromessa” (Venezia è a una partita dal 3° posto), e l’assenza dell’Eurocup dopo la prematura eliminazione può permettere alla truppa di De Raffaele di concentrare tutte le energie sull’impegno tricolore. Preservare fisicamente un Tonut in condizione come quello visto ieri (magari con un aiuto dal mercato) può essere fondamentale per aggiungere un’altra freccia a una faretra dove spiccano la fisicità e versatilità dei lunghi e l’affidabilità generale dal perimetro.
Per quanto riguarda Treviso, nonostante un girone d’andata terminato (dato il riposo del prossimo weekend) con un po’ di amaro in bocca, le considerazioni sono assolutamente positive. La De’ Longhi è squadra divertente e interessante da guardare, per i ritmi alti sostenuti da un attacco che riesce comunque a risultare efficiente. L’arrivo di Sokolowski al posto dell’impalpabile Cheese ha sicuramente contribuito a rafforzare il valore di una squadra che, dopo 14 partite, si è confermata come una delle possibili outsider di questo campionato. Margini di miglioramento, magari per inserirsi in una lotta playoff che sembra più aperta del previsto dopo l’inizio deludente di Brescia e Fortitudo Bologna, ce ne sono. Ne cito due: un’ulteriore crescita di Mekowulu (sempre in doppia cifra per punti nelle ultime 5 e, soprattutto, solo 2.2 falli spesi di media a partita rispetto a una media stagionale di 3.1), rafforzato alle spalle da un Chillo decisamente positivo in questo girone d’andata; e una maggiore continuità nella ricerca di buone soluzioni dall’arco. In 14 partite (con 27.1 tiri da tre tentati di media a partita, un dato che rende Treviso quarta in campionato) solo tre volte la De’ Longhi ha tirato con più del 40%, e due di queste sono state nelle ultime due partite (perse con Trieste e, appunto, Venezia).
Cosa guardare questa settimana
Nizhny Novgorod vs Casademont Saragozza (Basketball Champions League - 5 gennaio, ore 17:00)
La “mia” prima occasione per vedere una delle squadre che mi sono ripromesso di guardare in questo inizio di nuovo anno, per giunta in una partita importante ai fini della qualificazione alla seconda fase (+3 Saragozza all’andata): chi vince è qualificato, chi perde si deve guardare dal Falco Szombathely che incombe. Un appuntamento, tra l’altro, tra due squadre candidate a un ruolo da outsider in questa competizione.TD Systems Baskonia vs CSKA Mosca (Eurolega - 7 gennaio, ore 21:00)
Sulla soglia della storia: è la partita che potrebbe permettere al CSKA Mosca di Itoudis di pareggiare il record, stabilito lo scorso anno, di vittorie consecutive nell’Eurolega moderna (13, Real Madrid). La battaglia del Forum ha mostrato che questo CSKA riesce anche ad avere la meglio su avversarie che giocano al massimo delle loro capacità sui suoi (dei russi) punti di forza in partite “sporche”, mentre i baschi cercano uno scalpo eccellente che manca dalla prima giornata nel rendez-vous a Vitoria con Toko Shengelia.